Il Carnevale di Venezia è uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. È una delle feste più antiche d’Italia, molto sentito in terraferma ed è tra le più famose del mondo!
Le possibilità di festeggiare il Carnevale 2020 non si limitano quindi alla laguna, ma sono diffusi in tutto il Veneziano. Si comincia sabato 8 febbraio e si chiude martedì grasso, il 25. 


E il Quartetto Effe feat. NEJA quest’anno sarà protagonista del Mestre Carnival Street Show! La bellissima voce della regina della “dance” di fine anni Novanta, si combina con le sonorità del Quartetto Effe dando vita ad un connubio di stile ed energia. Il repertorio spazia dalle colonne sonore, alle più celebri cover di artisti internazionali, alla musica pop fino ad arrivare alla dance music! Dove e quando?

PALCO DI PIAZA FERRETTO –  domenica 23 febbraio, ore 18.00
QUARTETTO EFFE + NEJA: “Quartetto Effe Show”
Spettacolo musicale

Il Mestre Carnival Street Show si terrà dal 15 al 25 febbraio. Celebrerà il Carnevale dipingendo le vie della città e l’eccentrico palco di Piazza Ferretto con le follie giocose di stravaganti artisti e amori acrobatici.
Oltre 70 compagnie, 300 artisti e 150 show, per un Mestre Carnival Street Show che saprà travolgere e far giocare il vostro cuore, sapientemente guidato con la folle e sapiente conduzione di Susi Danesin e Vasco Mirandola.
 
Ecco il sito ufficiale del Carnevale di Venezia con il programma degli eventi. 

CURIOSITA’ sul CARNEVALE DI VENEZIA:

Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo Carnevale viene citato per la prima volta.

L’istituzione del Carnevale da parte delle oligarchie veneziane è generalmente attribuita alla necessità della Serenissima, al pari di quanto già avveniva nell’antica Roma, di concedere alla popolazione, soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.

Attraverso l’anonimato che garantivano maschere e costumi, si otteneva una sorta di livellamento di tutte le divisioni sociali ed era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell’aristocrazia. Tali concessioni erano largamente tollerate e considerate un provvidenziale sfogo alle tensioni e ai malumori che si creavano inevitabilmente all’interno della Repubblica di Venezia, che poneva rigidi limiti ai suoi cittadini su questioni come la morale comune e l’ordine pubblico.